Prodotto l’ultimo Maggiolino, icona automobilistica del secondo Novecento

Pare che nella Volkswagen del futuro non ci sia più posto per il Maggiolino. Non quello voluto da Hitler alla fine degli anni Trenta, ma quello rinato nel 1998 in California sulla base della Golf IV e poi modificato nel 2011 con uno stile meno tondeggiante. Nella fabbrica messicana di Puebla, è stato prodotto l'ultimo esemplare del New Beetle che poi finirà direttamente nel Museo di Wolfsburg.
Se non un record assoluto in termini di vendite, lo è senz’altro sotto il profilo della longevità, in quanto la prima Volkswagen (per molti anni il nome della casa automobilistica e quello del modello sono coincisi) è la macchina prodotta più a lungo nell’intera storia dell’auto.
La prima denominazione commerciale del Maggiolino - assegnata nel dopoguerra, alla ripresa della produzione - fu “Typ 1”. La Volkswagen era infatti già pronta nel 1939, anno in cui fu mostrata al Salone di Berlino, ma poi purtroppo cominciò la Seconda guerra mondiale e tutte le industrie tedesche subirono la conversione bellica. Nacquero così i vari veicoli militari dell’esercito nazista, fondati su quella stessa meccanica. Tuttavia la storia di quella che all’inizio si chiamava KdF-Wagen è ancor più articolata. La definizione “Der Kafer” (il Maggiolino) apparve solo nel 1967, in un depliant; fino ad allora l’auto era la “Volkswagen”, ovverosia “l’auto del popolo”.
I primi cinquantacinque esemplari della Typ 1 furono assemblati nel dicembre 1945 nella disastrata fabbrica di Wolfsburg, che era stata duramente colpita dai bombardamenti. Gli inglesi, che ne assunsero il controllo ricostruendola con seimila uomini, fecero partire la produzione e, fra il giugno e il dicembre 1945 furono costruite seicentotrenta unità della KdF-Wagen.
Nel biennio 1946-47, sotto la direzione britannica, la produzione crebbe a mille auto al mese, anche grazie alla commessa di ventimila mezzi sottoscritta dall’esercito Alleato.
Un anno dopo arrivò Heinz Nordoff e nel 1949 fu fondata la Volkswagen GmbH. Nordoff rimase alla guida dell’azienda per quasi vent’anni (fino al 1968), riuscendo a produrre un milione di Maggiolini all’anno, riducendo il tempo necessario all’assemblaggio di una vettura da quattrocento a cento. La sua politica era migliorare costantemente la tecnica dell’auto, senza mai stravolgere il design, a tal punto che nel 1958 anche Sergio Pininfarina dichiarò che la Volkswagen era “perfetta così”.
Il successo fu travolgente (più o meno come avvenne in Italia con la Fiat 500 fra il 1957 ed il 1972) e molte generazioni scelsero il Maggiolino per i loro spostamenti. La particolare linea della vettura è frutto della penna e della fantasia dell’ingegnere austriaco Ferdinand Porsche (proprio lui, quello dell’omonima e celeberrima auto sportiva).
La fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta la consacrarono come “icona” della cultura hippie con il conseguente successo negli Stati Uniti. Un grande merito va anche ai quattro film prodotti dalla Walt Disney fra il 1969 ed il 1980 (Un maggiolino tutto matto - 1969 - di Robert Stevenson, con Dean Jones, Michelle Lee, David Tomlinson e Buddy Hackett, Herbie il maggiolino sempre più matto - 1974 - di R. Stevenson, con Ken Berry, Stephanie Powers, Helen Hayes e Keenan Wynn, Herbie al Rally di Montecarlo - 1977 - di Vincent McEveety, con Dean Jones, Julie Sommars, Don Knotts, Jacques Marin, Roy Kinnear e Bernard Fox, Herbie sbarca in Messico - 1980 - di V. McEevety, con Joaquin Garay III, Charles Martin Smith, Stephen W. Burns, Elyssa Davalos e Cloris Leachman, John Vernon e Richard Jaeckel ), che ebbero enorme successo di pubblico e vengono visti ed apprezzati ancora oggi.
La produzione del maggiolino in Germania terminò nel 1978 (quando la linea viene sostituita con quella della Golf, altra auto dal successo mondiale che, nel giro di qualche anno, sarebbe diventata - e lo è ancora oggi - la regina indiscussa di quel segmento), ma prosegue in Messico, dove diventa “El carro del pueblo”.
Alla fine del Novecento il restyling, realizzato sul pianale della nuova Golf. Tuttavia, il New Beetle, il modello disegnato dal nipote dell’ingegner Porsche, è decisamente altra cosa in confronto al Maggiolino, da oggi meritatamente consegnato al “mito” dei motori.
Ora, con la chiusura della linea del New Beetle, termina anche la saga del Maggiolino 2.0, costruito in 1,16 milioni e cinquecentotrentamila unità (rispettivamente la prima e seconda generazione, 1998 e 2010).
Alessandro Poggiani
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