Auguri a Angela Lansbury. La signora in giallo compie 95 anni

Angela Lansbury in "La signora in giallo" Angela Lansbury in "La signora in giallo"
La grande attrice britannica, interprete di film quali “Angoscia” di George Cukor, “Il ritratto di Dorian Gray” di Albert Lewin, “I tre moschettieri” di George Sidney, “Mi dovrai uccidere!” di Peter Godfrey, “La lunga estate calda” di Martin Ritt, “E il vento disperse la nebbia” e “Va’ e uccidi” di John Frankenheimer, “Pomi d’ottone e manici di scopa” di Robert Stevenson, “Assassinio sul Nilo” di John Guillermin, “Assassinio allo specchio” di Guy Hamilton e molti altri, e nota nel mondo come la scrittrice Jessica B. Fletcher del telefilm “La signora in giallo”, spegne novantacinque candeline.

Nata a Londra nel 1925, Angela Brigid Lansbury - meglio nota come Angela Lansbury - studia recitazione in Inghilterra presso la Webber-Douglas School of Singing and Dramatic Art e poi, dopo essersi trasferita negli Stati Uniti - in seguito ai bombardamenti tedeschi su Londra dell’autunno 1940 - alla Feagin School of Drama and Radio.

Nel ’42, a diciassette anni, si esibisce come cantante e cabarettista in un night club di Montreal - in Canada - e, nel frattempo fa alcuni provini per il cinema.

Attrice di ragguardevole talento, ottiene la sua prima Nomination all’Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista al suo esordio cinematografico, ovverosia Angoscia (1944) di George Cukor, con Ingrid Bergman e Charles Boyer.

L’anno successivo ne otterrà una seconda (sempre come Miglior Attrice Non Protagonista) per il ruolo della giovane Sybil Vane in Il ritratto di Dorian Gray (19459 di Albert Lewin, tratto dall’omonimo libro di Oscar Wilde, e con cui vince il Golden Globe.

Dopo Le ragazze di Harvey (1946) di George Sidney e Nuvole passeggere (1946) di Richard Whorf, nel ’47, A. Lewin - la vuole insieme a George Sanders in Il disonesto, versione cinematografica di Bel Ami di Guy de Maupassant.

Dopo Lo stato dell’Unione (1948) di Frank Capra, con Katharine Hepburn, Spencer Tracy, Adolphe Menjou e Van Johnson, I tre moschettieri (1948) di George Sidney, con Gene Kelly, Lana Turner, June Allyson, Van Heflin e Vincent Price,, Il Danubio rosso (1949), anch’esso diretto da G. Sidney, e Sansone e Dalila (1949) di Cecil B. DeMille, negli anni Cinquanta appare in numerosi  film, fra cui ricordiamo Kind Lady (1951) di John Sturges, Gli ammutinati dell’Atlantico (1952) di Edward Dmytryk, La porta del mistero (1953) di Don Weis, L’ultimo agguato (1954) di Paul Guilfoyle, La maschera di porpora (1955) di H. Bruce Humberstone, Il giullare del re (1955) di Melvin Frank e Norman Panama, il western I senza Dio (1955) di Joseph H. Lewis, con Randolph Scott, Mi dovrai uccidere! (1956) di Peter Godfrey, in cui recita con un Raymond Burr pre Perry Mason, La lunga estate calda (1958) di Martin Ritt, con Paul Newman, Joanne Woodward e Orson Welles (il quale, fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, intervistato da un giovane Peter Bogdanovich, affermerà: «Mi è piaciuto molto lavorare con Joanne Woodward - avevamo delle belle scene insieme - e con Angela Lansbury. La adoro»), la commedia Come sposare una figlia (1958) di Vincente Minnelli, con Rex Harrison, Kay Kendall, Sandra Dee e John Saxon, L’estate della diciassettesima bambola (1959) di Leslie Norman.

Nel ’64 debutta a Broadway con il musical Anyone Can Whistle di Stephen Sondheim, ma il successo - sia di pubblico sia di critica - arriverà dal musical Mame (la cui musica era stata scritta da Jerry Herman per Judy Garland, la quale poi rinuncerà alla parte), che replicherà con grande e instancabile professionalità per millecinquecento volte e con cui otterrà il suo primo Tony Award (negli anni successivi vincerà altri tre - nel ’69, nel ’74 e nel ‘79).

Nel frattempo recita in Il buio in cima alle scale (1960) di Delbert Mann, E il vento disperse la nebbia (1962) di John Frankenheimer, e Va’ e uccidi (1962) anch’esso diretto da J. Frankenheimer, in cui interpreta il ruolo - negativo - della madre di Laurence Harvey, il quale aveva solo tre anni meno di lei. Questo il suo destino per la maggior parte della sua carriera cinematografica: quello di esser scritturata per parti da donna “cattiva” o strampalata, sovente molto più vecchia della sua età effettiva, anche per via del suo volto dai lineamenti marcati, decisamente lontano dai canoni estetici femminili che andavano per la maggiore nel cinema americano dell’epoca nonostante il suo fisico atletico, la sua alta statura (un metro e settantadue cm), le sue qualità attoriali, e la sua notevole versatilità.

Negli anni Settanta la ricordiamo nell’evergreen disneyano Pomi d’ottone e manici di scopa (1971) di Robert Stevenson, in cui recita con David Tomlinson, e nei gialli Assassinio sul Nilo (1978) di John Guillermin, tratto dall’omonimo libro di Agatha Christie ed interpretato da Peter Ustinov, David Niven e Mia Farrow, Il mistero della signora scomparsa (1979) di Anthony Page, e Assassinio allo specchio (1980) di Guy Hamilton, anch’esso tratto da Agatha Christie.

Fra gli altri film ricordiamo Gran Premio (1944) di Clarence Brown, con Elizabeth Taylor (al suo secondo film), The Hoodlum Saint (1946) di Norman Taurog, If Winter Comes (1947) di Victor Saville, Tenth Avenue Angel (1948) di Roy Rowland, Olympia (1960) di Michel Curtiz, Blue Hawaii (1961) di Norman Taurog, Amori proibiti (1963) e La più grande storia mai raccontata (1965) di George Stevens, La vita privata di Henry Orient (1964) di George Roy Hill, Tre donne per uno scapolo (1964) e Una donna senza volto (1966) di Delbert Mann, Le avventure e gli amori di Moll Flanders (1965) di Terence Young, tratto dal romanzo di Daniel Defoe Fortune e sfortune della famosa Moll Flanders ed interpretato Kim Novak, Jean Harlow, la donna che non sapeva amare (1966) di Gordon Douglas, Something For Everyone (1970) di Harold Prince, I pirati di Penzance (1983) di Wilford Leach, In compagnia dei lupi (1984) di Neil Jordan, Nanny McPhee - Tata Matilda (2005) di Kirk Jones, I pinguini di Mr Popper (2011) di Mark Waters.

In epoche più recenti è apparsa in Buttons (2018) di Tim Janis e Il ritorno di Mary Poppins (2018) di Rob Marshall.

Nonostante le sue ottime performances cinematografiche e teatrali nell’arco di oltre trentacinque anni, Angela Lansbury diventerà nota in tutto il mondo ed entrerà nell’immaginario collettivo in televisione, con il celebre ruolo di Jessica B. Fletcher, l’acuta e caparbia scrittrice di romanzi gialli di Cabot Cove - nel Maine - che collabora con la polizia per risolvere casi di omicidio nel telefilm "Murder": She Wrote (La signora in giallo), ruolo interpretato per dodici stagioni (dal 1984 al 1997) per un totale di oltre duecentosessanta episodi, tradotti e trasmessi in decine di Paesi con enorme successo di pubblico. Un successo intramontabile che ancora oggi prosegue attraverso le numerose repliche televisive.

Appare anche in vari film tv (Sweeney Todd - The Demon Barber of Fleet Street - 1982 -, The Gift of Love - A Christmas Story - 1983 - di Delbert Mann, 68 gialli per un omicidio - 1984 - di Alvin Rakoff, Volo KAL 007 - Alla ricerca della verità - 1988 - di Michael Pressman, The Shell Seekers - 1989 - di W. Hussein, The Love She Sought - 1990 - di Joseph Sargent, In volo per un sogno - 1992 - di Anthony Shaw, Mamma Natale - 1996 - di Terry Hughes, La signora in giallo - Vagone letto con omicidio - 1997 -, La signora Pollifax - 1998 -, La signora in giallo - Appuntamento con la morte - 2000 -, La signora in giallo - L’ultimo uomo libero - 2001 - e La signora in giallo - La ballata del ragazzo perduto - 2003 - di Anthony Pullen Shaw, The Blackwater Lightship - 2004 - di John Erman) ed in episodi di serie (Undicesima ora, Organizzazione U.N.C.L.E., Le cause dell’avvocato O’ Brien, Magnum P.I., Il tocco di un angelo, Law & Order - Unità vittime speciali, Law & Order - Il verdetto) e miniserie (Gloria Vanderbilt di Waris Hussein, Segreti di William Hale, Voglia di vincere, La rabbia degli angeli - La storia continua di Paul Wendkos, Piccole donne).

Nel 2013, ancora attiva - soprattutto a teatro - nonostante l’età avanzata, le è stato conferito il titolo britannico di Dame e, l’anno seguente, riceve un meritatissimo - nonché tardivo - Oscar alla Carriera.

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.