Natale in Casa Cupiello. Omaggio a Eduardo e alla magia del presepe

Natale in Casa Cupiello. Omaggio a Eduardo e alla magia del presepe
Un vero e proprio regalo di Natale il film “Natale in Casa Cupiello”, la trasposizione filmica dell'opera teatrale più famosa di Eduardo De Filippo, andata in onda martedì 22 dicembre sulla rete ammiraglia, in occasione del novantesimo anniversario del suo debutto teatrale e dei 120 anni dalla nascita del Maestro.

Portata in scena per la prima volta al Teatro Kursaal di Napoli (oggi Cinema Filangieri) il 25 dicembre 1931, Natale in Casa Cupiello segna l'avvio della felice esperienza della Compagnia del “Teatro Umoristico I De Filippo”, composta dai tre fratelli e da attori già famosi o giovani alle prime armi che lo diventeranno. Eduardo aveva firmato un contratto con l'impresario teatrale che lo impegnava per soli nove giorni di recite per presentare il suo nuovo atto unico subito dopo la proiezione di un film. Il successo della commedia fu tale che la durata del contratto fu prolungata sino al 21 maggio 1932.

Di Natale in Casa Cupiello esistono due versioni televisive, entrambe con la regia di Eduardo De Filippo per la Rai: la prima, del 1962 in bianco e nero, e quella forse più celebre del 1977 a colori, con, tra gli interpreti, oltre a Eduardo, il figlio Luca De Filippo, Lina Sastri, Pupella Maggio e Gino Maringola.

Una storia che continua a commuovere e divertire, e che narra le dinamiche complesse e conflittuali di una famiglia che, alla vigilia del Natale, si ritrova a fare i conti con una profonda incapacità di comunicare.

Il film, per la regia di Edoardo De Angelis, è una produzione Picomedia in collaborazione con Rai Fiction. Lo straordinario attore romano Sergio Castellitto interpreta magistralmente il ruolo del capofamiglia e protagonista indiscusso Luca Cupiello, detto “Lucariello”, vincendo la sfida in un film denso, potente e dallo straordinario effetto scenografico.

Scritto dallo stesso De Angelis insieme a Massimo Gaudioso, i contributi tecnici sono di altissimo livello: da Massimo Cantini Parrini ai costumi fino a Enzo Avitabile alle musiche, passando per la fotografia di Ferran Paredes Rubio. Mentre al fianco di Sergio Castellitto ci sono interpreti di navigata esperienza come la bravissima Marina Confalone (Concetta, moglie di Luca) e giovani come Pina Turco (Ninetta, la figlia) e Adriano Pantaleo (il figlio Nennillo, cui il presepe no, non piace). Ancora Alessio Lapice (Vittorio Elia, amante di Nina) e Antonio Milo (Nicola Percuoco, marito di quest’ultima). Infine Tony Laudadio interpreta Pasquale Cupiello, fratello di Luca.

In merito alle suggestive musiche di Enzo Avitabile, toccante il messaggio che Giuliano Sangiorgi ha affidato ai suoi canali social in cui racconta che la canzone che fa da colonna sonora e accompagna la chiusura del film, e duorme Stella, sia stata scritta da Avitabile proprio nel giorno in cui è nata sua figlia Stella, dedicandogliela.

Il regista De Angelis ha voluto ambientare la storia negli anni '50 creando un parallelismo tra il passato e il presente. Proprio come in quegli anni Napoli usciva dalla guerra e viveva nel desiderio di rinascita, così oggi le persone, a lungo provate dalla pandemia che ha messo in ginocchio l'economia di intere famiglie, vivono nella speranza di normalità.

«Questa è la prima volta che si fa cinema per la televisione. De Angelis ha preso questo testo, ne ha rispettato la tradizione e l’archeologia, e ci ha infilato dentro l’introspezione, le nevrosi e la psiche. Questi personaggi sono anche più aggressivi della rappresentazione tradizionale. Fare Natale in  Casa Cupiello oggi, con un film, credo sia un gesto artistico di grande attualità. La drammaturgia eterna, archetipa dei personaggi te la ritrovi tutta nelle relazioni famigliari di oggi», ha dichiarato Castellitto.

Il capolavoro del grande Eduardo arriva in tv facendo rivivere l'emozione del teatro proprio in un momento storico in cui il teatro non si può vivere. Un lavoro corale e intenso, un’opera esistenziale ricca di emozioni in cui prevale un senso di amarezza e che ruota attorno al tentativo, apparentemente inutile, di Luca Cupiello di far amare il presepe, che rappresenta la vita e la sua magia, soprattutto al figlio Tommasino.

A lui chiederà nel corso di tutta la storia: «Te piace o' presepe?». «No, nun me piace», gli risponderà sempre il figlio, provocando in lui grande sconforto e delusione.

Luca Cupiello tenta di ricomporre i fragili pezzi emotivi di una famiglia in frantumi. E lo fa attraverso il suo presepe, apparentemente inutile e inoffensivo, eppure elemento determinante nella storia e straordinariamente commovente rappresentando, con i pastorelli, i re magi e l'acqua vera che scorre, la nostalgia dell’amore.

La scena si svolge nell'arco di circa cinque giorni nella casa della famiglia Cupiello, della quale vengono rappresentate la camera da letto e la sala da pranzo. Come ogni Natale, Luca Cupiello prepara il suo presepe, tra il disinteresse della moglie Concetta e il rifiuto del figlio Tommasino, "Nennillo", come lo chiama la madre, un giovane apatico che passa gran parte della giornata a dormire e a litigare con lo zio Pasqualino, che lo accusa - a ragion veduta - di ripetuti furti ai suoi danni. L'atmosfera natalizia è resa ancor più pesante dalla crisi matrimoniale di Ninuccia, altra figlia della coppia, che ha deciso di lasciare il marito Nicolino, agiato commerciante per stare con Vittorio, il suo amante che, amico di Tommaso, rimedia un invito per il pranzo della Vigilia. E proprio durante il pranzo i due rivali si incontrano e si scontrano, rovinando la festa al povero Luca. 

In punto di morte Luca, colto da un ictus a seguito dell'accaduto, in un ironico gioco del destino, scambierà Vittorio per Nicolino e, forse inconsapevolmente, benedirà proprio l'unione tra la figlia e il giovane innamorato. La storia si conclude con ciò che è a Luca più caro. Chiederà al figlio adorato se il presepe gli piace. «Si», risponderà Tommasino, regalando al padre morente un ultimo momento di felicità.

Il film riesce a ripercorrere con grande maestria l'immensa opera di Eduardo, regalando emozioni allo spettatore che si cala in punta di piedi nella Napoli innevata e fredda del dopoguerra e rivive, insieme ai protagonisti di questa intensa storia di Natale tutta italiana, gli elementi tipici della tradizione partenopea, dalla tazza di caffè agli struffoli, dal capitone alla gallinella per il brodo fino alle musiche degli zampognari e alla giovane “acquaiola” nei vicoli della città.