“Paolo Borsellino - Adesso tocca a me": su Raiuno la docu-fiction a 25 anni da via D’Amelio

La sua storia, quella di un “eroe civile” in grado di rimanere al suo posto pur essendo perfettamente consapevole del fatto di essere condannato a morte, mantenendo nello stesso tempo la sua profonda umanità, viene raccontata nella docu-fiction Paolo Borsellino - Adesso tocca a me, che verrà trasmessa su Rai1 mercoledì 19 luglio 2017 in prima serata, in occasione del venticinquesimo anniversario della strage di via d’Amelio.
Cesare Bocci (noto al pubblico televisivo per il suo ruolo di Mimì Augello, il vice di Luca Zingaretti nei film tv della serie Il Commissario Montalbano) interpreta il magistrato palermitano assassinato insieme ai cinque agenti della sua scorta (Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Claudio Traina) il 19 luglio 1992, cinquantasette giorno dopo la strage di Capaci in cui erano stati uccisi Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. Il giudice, come confidò a sua moglie, era consapevole che «il prossimo» sarebbe stato lui, ma sosteneva che la paura deve essere sempre accompagnata dal coraggio, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti.
Il film fonde la fiction con la ricostruzione della vita del magistrato, testimonianze, interviste, e filmati dell’epoca. Nel luogo in cui avvenne la strage abitava la madre di Paolo Borsellino presso la quale il giudice si era recato per una visita domenicale. Il “fil rouge” del racconto saranno i ricordi di Antonio Vullo, l’unico agente della scorta sopravvissuto alla strage, il quale, con la sua voce off, permetterà uno sguardo privilegiato sull’intera vicenda.
Con il soggetto e la sceneggiatura di Sandrone Dazieri, in Paolo Borsellino - Adesso tocca a me (una coproduzione Rai Fiction e Aurora), diretto da Francesco Miccichè, insieme a Cesare Bocci, troveremo Giulio Corso, Anna Ammirati e Ninni Bruschetta.
«Quando ci si confronta con personaggi reali si sente sempre una grossa responsabilità. Qui la mia faccia viene messa direttamente a confronto con quella di Paolo Borsellino. Avevo un innegabile timore. Abbiamo cercato di cogliere gli aspetti del viso di Borsellino che ci avrebbero aiutato. Ma non è stata tanto la mia trasformazione fisica, quanto piuttosto la ricostruzione, il mixare documenti reali e fiction in maniera puntuale e magistrale, a fare la differenza. Poi se anche gli assomigliassi un decimo per la sua moralità sarei l’uomo più felice al mondo», fa notare Cesare Bocci.
“Quel tipo di mafia lì, prosegue l’attore, “ha perso, perché c'è stato il risveglio delle coscienze di tanti giovani, siciliani e non”.