Un ricordo di Patrick McGoohan, l'uomo che non volle essere 007

Patrick McGoohan in "Il prigioniero" Patrick McGoohan in "Il prigioniero"
Il grande attore britannico, l’indimenticato interprete dei telefilm “Gioco pericoloso" e “Il prigioniero”, e di film quali “La valigia del boia” di Arthur Dreifuss, “Le tre vite della gatta Tommasina” di Don Chaffey, “Base artica Zebra” di John Sturges, "Maria Stuarda regina di Scozia" di Charles Jarrott, Fuga da Alcatraz” di Don Siegel, “Scanners” di David Cronenberg, “Braveheart - Cuore impavido” di Mel Gibson, “Il momento di uccidere” di Joel Schumacher e molti altri, avrebbe novantacinque anni.

«Patrick McGoohan sarebbe oggi, credo, uno dei più grandi attori di teatro della nostra generazione, se la televisione non se lo fosse preso. Può ancora diventarlo. Era stato grandioso nella parte di Starbuck. Con tutti gli attributi richiesti, gli sguardi, l’intensità, l’indiscutibile capacità recitativa» (Orson Welles, 1969)

Nato a New York nel 1928 - è morto a Los Angeles nel gennaio 2009 - da due emigranti irlandesi, poco dopo la nascita torna in Irlanda (a Mullaghmore, nella contea di Leitrim) e, qualche anno dopo, si trasferisce in Inghilterra (a Sheffield). Durante la Seconda guerra mondiale viene evacuato a Loughborough - nella contea di Leicestershire -, dove frequenta il Ratcliffe College, distinguendosi in matematica e nella boxe. All’età di sedici anni lascia la scuola e torna a Sheffield, dove svolge vari lavori prima di essere assunto come direttore di scena allo Sheffield Repertory Theatre. Qui, in maniera del tutto casuale (un giorno viene chiamato all’ultimo per sostituire un attore che si era ammalato) avvia la sua carriera sul palcoscenico.

Nel ’54 recita in una produzione West End, in una commedia intitolata Serious Charge. Il grande Orson Welles rimane impressionato dalla sua prova e lo vuole al teatro di New York nel ruolo di Starbuck nel suo Moby Dick-Rehearsed, una riduzione teatrale del Moby Dick di Herman Melville. Il suo esordio cinematografico avviene in un piccolo ruolo (in cui non viene neppure accreditato nei titoli) in I guastatori delle dighe (1955) di Michael Anderson.

Attore magnetico e di grande classe (di quelli che, come si dice in gergo, “bucano lo schermo”), dopo altri ruoli secondari - Il vendicatore nero (1955) di Henry Levin, Il cargo della violenza (1955) di Roy Ward Baker, I Am a Camera (1955) di Henry Cornelius, Zarak Khan (1956) di Terence Young, Alta marea a mezzogiorno (1957) di Philip Leacock - firma un contratto con la Rank Organization. I produttori gli affidano il ruolo da antagonista in film come La zingara rossa (1957) di Joseph Losey, con Melina Mercouri, e I piloti dell’inferno (1958) di Cy Endfield, con Stanley Baker ed un giovane Sean Connery pre James Bond. Dopo altri film - fra cui La valle delle mille colline (1958) di Ken Annakin - e varie discussioni con i “piani alti”, il contratto viene risolto.

Rimasto senza scritture, comincia a lavorare in televisione, dove il produttore Lew Grade gli propone una serie televisiva in cui avrebbe recitato nel ruolo dell’agente segreto John Drake. Scottato dall’esperienza con la Rank, McGoohan, prima di accettare, richiede ed ottiene varie garanzie contrattuali: le scene di lotta avrebbero dovute esser tutte differenti fra loro, il personaggio avrebbe dovuto sempre usare prima il cervello e poi la pistola, e, cosa che fece “saltar sulla sedia” i produttori, non avrebbero dovuto esserci storie sentimentali superflue. La serie debutta nel ’60 con il titolo Danger Man (Gioco pericoloso), con episodi di mezz’ora l’uno, ed avrà discreto successo, sia pur inferiore alle attese. La produzione durerà una sola stagione (1960-61) per un totale di circa quaranta episodi. «Forse, ma permettetemi di dire una cosa: preferirei fare venti serie televisive che passare quel che ho passato dopo aver firmato con la Rank qualche anno fa, cosa per cui non biasimo altri che me stesso» (Patrick McGoohan, 1961 - quando gli fu chiesto se avesse gradito oppure no il proseguimento della serie Gioco pericoloso)

Il successo ottenuto gli permette di avere un’offerta per il ruolo di James Bond nel primo film della serie - Agente 007 - Licenza di uccidere (1962) di Terence Young – ma lui preferisce rifiutare. Come è noto, il ruolo andrà a Sean Connery, il quale, nei nove anni successivi, interpreterà quel ruolo in altri cinque film - Agente 007 - Dalla Russia con amore (1963) di Terence Young, Agente 007 - Missione Goldfinger (1964) di Guy Hamilton, Agente 007 – Thunderball -  Operazione Tuono (1965) di T. Young, Agente 007 - Si vive solo due volte (1967) di Lewis Gilbert, Agente 007 - Una cascata di diamanti (1971) di G. Hamilton -  e passerà alla storia come “il James Bond per eccellenza”. Tuttavia, il successo dei primi film di Bond tornerà utile (sia pur indirettamente) anche a P. McGoohan, in quanto contribuirà (dal ’64 al’ 67) a dar nuova vita a Gioco pericoloso.

Nel frattempo, nei due/tre anni precedenti al ’64 recita in alcuni film drammatici - Two Living, One Dead (1961) di Anthony Asquith,  La valigia del boia (1962) di Arthur Dreifuss, All Night Long (1962) e Delitto di coscienza (1962), di Basil Dearden - e nei disneyani Le tre vite della gatta Tommasina (1963) di Don Chaffey, con Susan Hampshire e gli esordienti Karen Dotrice e Matthew Garber (i quali, l'anno seguente,  saranno Jane e Michael Banks nel celeberrimo Mary Poppins di Robert Stevenson) e Dr Syn, Alias The Scarecrow (1964, conosciuto anche con il titolo The Scarecrow of Romney Marsh) di James Neilsen, film mai arrivato in Italia.

Dopo aver rifiutato anche il ruolo di Simon Templar nella serie tv Il santo (la parte andrà a Roger Moore), e di rimanere con la Disney per altri film, Lew Grade gli propone di riprendere il ruolo di John Drake. Questa volta McGoohan avrebbe avuto ancor più voce in capitolo. E così nel 1964 Danger Man (Gioco pericoloso) viene riesumato in un nuovo format (episodi da un’ora l’uno), ha successo e proseguirà per tre stagioni (fino al ’67) per un totale di circa cinquanta episodi. Dopo aver girato i due episodi a colori - che diventeranno un film tv con il titolo Dick Carter lo sbirro (1968) - comunica a Grade la sua decisione di abbandonare la serie per un altro programma.

Di fronte a tale volontà, Grade gli chiede se fosse ancora disponibile a lavorare con lui. McGoohan gli propone la bozza di quella che sarebbe diventata una miniserie incentrata su un agente segreto che si dimette, viene narcotizzato e si risveglia in una prigione che ha le sembianze di un villaggio. Grade richiede un budget che McGoohan aveva già preparato e i due, in meno di ventiquattro ore, trovano un accordo per realizzare The Prisoner (Il prigioniero). Oltre ad esserne il protagonista, McGoohan è anche il produttore esecutivo, dando vita, insieme a David Tomblin, alla Everyman Films. Inoltre, scrive e dirige vari episodi, a volte utilizzando degli pseudonimi (scrive l’episodio La campagna elettorale con il nome di Paddy Fitz e dirige Cento di questi giorni e Cambiamento di personalità come Joseph Serf. Scrive anche C’era una volta e La rivolta, ma utilizzando il suo vero nome). I sette episodi previsti in origine diventeranno diciassette e verranno realizzati fra il ’68 e il ’69 a Portmeirion, nel Galles del Nord.

Il prigioniero che dà il titolo alla serie, chiamato Numero Sei, in tutti gli episodi cerca di fuggire da un’isola (chiamata “Il Villaggio”) in cui è prigioniero ed a provare a scoprire l’identità del Numero Uno, la sua nemesi. Gli amministratori del Villaggio provano in ogni modo a carpire informazioni ed i motivi che lo hanno portato a dimettersi dai suoi incarichi, ma lui si rifiuta di raccontare.

Il prigioniero fu una serie del tutto innovativa in confronto ai canoni dei telefilm dell’epoca. Il Numero Sei diventa il suo ruolo più famoso e, come sovente avviene, diventerà anche la sua “prigione”. Il numero Sei si opponeva all’autorità in modo così ossessivo che negli anni successivi, ogni qual volta McGoohan interpreterà personaggi che avranno qualcosa a che fare con i concetti di individualità e di libertà - su tutti il freddo e perfido direttore del carcere di massima sicurezza di Fuga da Alcatraz (1979) di Don Siegel, con Clint Eastwood - quel personaggio verrà inesorabilmente paragonato al suo ruolo in Il prigioniero. «Mel Gibson sarà sempre Mad Max, io sarò sempre un Numero» (Patrick McGoohan, 2003)

Nel 1977-78, è protagonista della serie Rafferty (Professione medico), nel ruolo di un ex medico militare che si è dimesso dall’esercito per svolgere privatamente la professione. La serie, da alcuni considerata come una sorta di precorritrice di Dr House - Medical Divison, non avrà successo e verrà soppressa dopo una sola stagione (per un totale di circa venti episodi).

Nel frattempo, nel ’74 aveva inaugurato il suo rapporto (che proseguirà nei successivi venticinque anni circa) con il telefilm Columbo (Il Tenente Colombo), interpretato dal suo amico Peter Falk. La sua prima apparizione in Columbo, nel ruolo del rigido e stoico colonnello Rumford, nell’episodio By Dawn’s Early Light (Alle prime luci dell’alba, 1974) di Harvey Hart, è una performance superlativa (è giustamente considerata come una fra le migliori della sua carriera - sia cinematografica sia televisiva) e gli fa vincere un meritatissimo Emmy Award.  

Della serie Columbo (1971-78) interpreta anche un altro episodio - Identity Crisis (Doppio gioco - 1975) - e ne dirige due - lo stesso Doppio gioco e Last Salute to the Commodore - L’ultimo saluto al commodoro (1976). Della serie The Return of Columbo - Il ritorno di Colombo (1989-93) dirige ed interpreta l’episodio Agenda For Murder (Agenda per omicidi - 1990), con cui vince un secondo Emmy Award. Fra i film tv (sempre con protagonista il tenente Colombo) successivi al 1995 scrive, dirige, produce ed interpreta Ashes to Ashes (Scandali a Hollywood - 1998), in cui appare anche sua figlia Catherine McGoohan. Inoltre scrive, dirige e produce Murder With Too Many Notes (Le note dell’assassino - 2000).

È inoltre apparso in numerosi film tv - il già citato Moby Dick Rehearsed di Orson Welles, This Day in Fear (1958) di Malcom Hulke e Eric Paice, Brand (1959) di Michael Eliot, il già citato Dick Carter lo sbirro , Un mestiere difficile (1979) di Michael Dryhurst, Jamaica Inn (1983) di Lawrence Gordon Clark, La stirpe del sangue (1986) di Joseph Sargent, The Best of Friends (1991) di Alvin Rakoff - ed in alcuni episodi di altri telefilm e serie tv come You Are There (1954), Terminus (1955), BBC Sunday-Night Theatre (1955), The Vise (1955; 1958), The Adventures of Sir Lancelot (1956), Assignment Foreign Legion (1957), The Adventures of Aggie (1956; 1957), ITV Television Playhouse (1958), Armchair Theatre (1958; 1961), ITV Play of the Week (1958; 1961), Folio (1959), Tales of the Vikings (1960), Rendezvous (1961; 1962), BBC Sunday-Night Play (1963), Disneyland (1963), American Playhouse (1985), La signora in giallo - nell’episodio Witness For the Defense (1987), in cui interpreta un abile ed eccentrico avvocato canadese duettando alla grande con Angela Lansbury -, I Simpson (2001), in cui riprende il suo personaggio di Il prigioniero doppiando Numero Sei nell’episodio-parodia Galeotto fu il computer e chi lo usò.

Patrick McGoohan ha recitato anche in molti film, fra cui Base artica Zebra (1968) di John Sturges, con Rock Hudson e Ernest Borgnine, I contrabbandieri degli anni ruggenti (1970) di Richard Quine, Maria Stuarda regina di Scozia (1971) di Charles Jarrott, con Vanessa Redgrave, Wagons-lits con omicidi (1976) di Arthur Hiller, con Gene Wilder e Richard Pryor, L’uomo dalla maschera di ferro (1977) di Mike Newell, Obiettivo Brass (1978) di John Hough. È inoltre il già citato direttore del carcere di Fuga da Alcatraz di Don Siegel, considerato quasi all’unanimità come uno fra i migliori film carcerari americani mai realizzati, uno psichiatra che studia i fenomeni paranormali, l’effetto delle droghe sintetiche sul cervello umano nonché la possibilità dell’influenza altrui sulla mente (riavvicinandosi così alle tematiche affrontate in Il prigioniero) in Scanners (1981) di David Cronenberg, re Edoardo I d’Inghilterra in Braveheart - Cuore impavido (1995) di e con Mel Gibson, il giudice Noose in Il momento di uccidere (1996) di Joel Schumacher, tratto dal libro omonimo di John Grisham ed interpretato da Samuel L. Jackson, Sandra Bullock, Matthew McCoughnay ed Ashley Judd.

Fra le altre pellicole ricordiamo Journey Into Darkness (1968) di James Hill e Peter Sasdy, Un genio, due compari, un pollo (1975), di Damiano Damiani, con Terence Hill e Raimund Harmstorf, Kings and Desperate Men (1981) di Alexis Kanner, Trepasses (1984) di Peter Sharp, Baby - Il segreto della leggenda perduta (1985) di Bill L. Norton, The Phantom (1996) di Simon Wincer, Hysteria (1997) di Ren Daaler, Il pianeta del tesoro (2002) di Ron Clements e John Musker.

Dopo aver rifiutato i ruoli di Gandalf in Il signore degli anelli (la parte andrà a Ian McKellen) e del mago Albus Dumbledore nei film della saga di Harry Potter (la parte andrà a Richard Harris per i primi due film e poi, dopo la sua scomparsa, a Michael Gambon) nel 2003 si ritira a vita privata, circa sei anni prima della sua morte.

 

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.