Agricoltura, rinnovato contratto nazionale per operai agricoli e florovivaisti

Agricoltura, rinnovato contratto nazionale per operai agricoli e florovivaisti
Aumenti salariali, verifiche in itinere e forte accelerazione sulla bilateralità: sono questi gli elementi che costituiscono il nuovo contratto nazionale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaistici, scaduto a dicembre 2021 ed in vigore fino al 2025. Nella notte tra lunedì e martedì scorsi l’accordo è stato rinnovato da Coldiretti insieme a Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil a Roma nella sede di Confragricoltura.

“Nel rinnovo contrattuale – spiegano le tre sigle sindacali – è previsto un aumento salariale del 4,7% nel biennio che sarà erogato in tre tranche: il 3% a partire da giugno 2022; l’1,2% da gennaio 2023 e lo 0,5% a giugno 2023”. L’elemento innovativo è l’impegno ad incontrarsi a settembre 2023 per “verificare l’inflazione reale del biennio e rivalutare l’adeguamento economico”.

Grande rilievo per la bilateralità e per il ruolo degli Ebat, gli enti diffusi sul territorio costituiti da imprese e sindacati per gestire il welfare aziendale, con una serie di misure che prevedono il rafforzamento dell’integrazione fra scuola e lavoro e l’accesso prioritario alla formazione ed all’informazione sui temi della salute e della sicurezza.

Inoltre, è prevista un’integrazione del 20%, che si va ad aggiungere all’80% attualmente riconosciuto dall’Inps, per i cinque mesi di maternità obbligatoria, mentre, per gli operai a tempo indeterminato c’è il riconoscimento di un assegno di solidarietà sia per gravi patologie sia per interventi chirurgici ed anche l’istituzione della Cassa Rischio Vita e l’aumento da due a tre mesi dell’indennità per lavoratrici vittime di violenza di genere.

Le parti sociali hanno fortemente richiesto un ulteriore elemento, inserito nel contratto, che consiste nell’aggiornamento di alcuni profili all’interno della classificazione, soprattutto per gli operai florovivaisti.

“Grande soddisfazione” è stata espressa da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uila. “Si tratta – dichiara il Segretario generale Fai Cisl, Onofrio Rota – davvero di una bella conquista per le lavoratrici e i lavoratori, è un sostegno concreto al made in Italy agroalimentare che per affrontare le sfide presenti e future dovrà fare sempre più leva sul lavoro dignitoso e di qualità. Questo rinnovo – aggiunge – arriva in un periodo difficile per tutti e gravemente segnato com’è dalla guerra in Ucraina, dal caro vita e da tante speculazioni in corso sull’energia e su diverse materie prime. Grazie alla responsabilità delle parti sociali, abbiamo condotto una trattativa molto complessa, riuscendo a costruire un contratto che rafforza il protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici, consolida in modo rilevante – conclude – il loro potere d’acquisto, la formazione, la bilateralità, la contrattazione di secondo livello, il welfare, con un’attenzione particolare alle tutele della maternità e della salute”.

Rota ci tiene anche a sottolineare che “l’accordo rafforza inoltre la lotta al caporalato, unisce buona flessibilità e diritti della persona, rinnova aspetti importanti della classificazione: la chiusura della trattiva rappresenta davvero un bel messaggio di fiducia per tutto il Paese”.

L’accordo “interessa 1,2 milioni di lavoratori impegnati nelle campagne a garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie italiane in un momento di grande incertezza” dichiara Coldiretti, sottolineando il senso di responsabilità di tutte le parti in causa. Mentre Confagricoltura dice “ora ci aspettiamo misure significative da parte del Governo per il contenimento del costo degli oneri sociali e per favorire la stabilizzazione occupazionale in agricoltura”.