Agroalimentare: donne come traino del settore, ma necessario bisogno di parità

L'incontro, dedicato al lavoro femminile e alla parità di genere, è stato organizzato dal Coordinamento Pari Opportunità del sindacato agroalimentare in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna. Tra i temi affrontati: l’emergenza sanitaria e l’impatto sullo smartworking, conciliazione tra tempi di vita e lavoro, welfare aziendale, sicurezza sui luoghi di lavoro.
Con il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota e la Segretaria Nazionale Raffaella Buonaguro hanno partecipato l’On. Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Linda Laura Sabbadini, Direttrice centrale ISTAT, e il sociologo Ludovico Ferro, che ha presentato i risultati della ricerca della Fai Cisl dal titolo “Tra vita e lavoro. L’esperienza e le opinioni delle lavoratrici dell’agroalimentare e dell’ambiente”.
Il campione, di 500 unità, utilizzato dal sindacato agroalimentare, è composto per il 60% da lavoratrici dell’industria alimentare, per il 25% dell’agricoltura e il restante 15% dei consorzi di bonifica e della forestazione. Il periodo della rilevazione va da luglio a novembre 2020 e contiene, quindi, anche diversi focus su come le donne hanno vissuto il lockdown dello scorso anno.
“L’80% delle donne intervistate – ha affermato la Segretaria Nazionale della Fai Cisl, Raffaella Buonaguro - appartiene a imprese che non hanno mai interrotto le proprie produzioni, anche attivando strumenti di smartworking, ma è significativo che nel caso del lavoro a distanza l’esperienza viene giudicata comunque positiva dal 71% delle lavoratrici coinvolte. Le donne – prosegue la Buonaguro – che hanno avuto questa esperienza, più che vero e proprio smartworking hanno fatto telelavoro, per questo riconoscono che ci siano ottime potenzialità per la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, ma anche che è necessaria una precisa regolamentazione per portare vantaggi alle lavoratrici e alle imprese. Un motivo in più – conclude la Segretaria Nazionale – per proseguire il lavoro che abbiamo intrapreso con diversi rinnovi contrattuali per governare i cambiamenti in corso regolamentando al meglio lo smartworking, incrementando le opportunità formative, riconoscendo diritti come quello alla disconnessione”.
Alla domanda “quali siano i tre ambiti principali su cui intervenire per favorire la conciliazione tra tempi di vita e lavoro” le risposte sono state: maggiori livelli di reddito, più flessibilità nell’orario di lavoro e precisi accordi aziendali.
Conciliazione che, ha sottolineato Linda Laura Sabbadini, non è assolutamente un tema solamente femminile: “La crisi attuale – ha detto la dirigente ISTAT – ha colpito soprattutto le donne, è urgente darsi una strategia per lo sviluppo dell’occupazione femminile. Non abbiamo investito nei nidi pubblici, nel welfare di prossimità, né sulla cura della persona come carico di lavoro non retribuito che non gravi solo sulle donne. Sono nodi cruciali mai realmente affrontati, anzi, ogniqualvolta si è dovuto tagliare sul debito pubblico si è pensato che le politiche sociali fossero un costo, e non un investimento”.
Inoltre, dai dati emerge come all’80% delle donne impegnate nell’agroalimentare e nell’ambiente piace molto il proprio lavoro, ma il 45% delle intervistate ritiene che la propria azienda non sia sensibile alle esigenze delle lavoratrici, il 53% afferma che in azienda non vengono applicate le normative volte a garantire pari opportunità e, in ogni caso, il 61% considera la legislazione in materia di tutela del lavoro femminile “molto inadeguata”.
Del bisogno di un nuovo paradigma sociale e lavorativo ha parlato, nel suo videomessaggio, la Prof.ssa Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia: “dobbiamo incrementare qualità e quantità del lavoro femminile – ha affermato – valorizzando le competenze delle donne per renderle protagoniste di questo nuovo modello, che sia più inclusivo, sostenibile, aperto alle nuove generazioni. Ci stiamo apprestando alla redazione del primo piano strategico per la parità di genere, e il lavoro femminile sarà cardine di questo piano”.
L'incontro si è concluso con l’intervento del Segretario Generale Onofrio Rota. “Anche questa ricerca – ha detto il leader della Fai Cisl – ci spinge a focalizzare le attenzioni di tutti, parti sociali, istituzioni, Governo, sulle condizioni di sfruttamento che ancora riscontrano tante lavoratrici. È importante intervenire con politiche che innalzino il livello dei redditi e gli strumenti di flessibilità, puntando sulla contrattazione e in particolare su quella decentrata. In tutto il settore agroalimentare le donne fanno da traino, ma la parità appare ancora lontana. La vera parità si realizza valorizzando i differenti bisogni delle persone e puntando sulla condivisione delle responsabilità e dei carichi familiari”.
E' possibile rivedere l'incontro al seguente link: FaiLab_Tra vita e lavoro: ancora una "questione femminile"?
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