Azzardo: un dramma sociale fra realtà e rappresentazione

Fabrizio De Giovanni in "Gran Casinò - storie di chi gioca sulla pelle degli altri" Fabrizio De Giovanni in "Gran Casinò - storie di chi gioca sulla pelle degli altri"
“Gran Casinò - storie di chi gioca sulla pelle degli altri” è il titolo dello spettacolo teatrale che è stato rappresentato lunedì 18 settembre 2017 presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati dalla compagnia Itineraria Teatro.

Interprete e coautore dell’opera Fabrizio De Giovanni. Al termine della rappresentazione Maurizio Fiasco, sociologo e consulente della Consulta Nazionale Antiusura, ha intervistato Marco Baldini, noto conduttore radiofonico e personaggio televisivo che per molti anni è stato affetto da azzardopatia.

Quella dell’azzardo è una vera e propria piaga sociale - ed economica - che in Italia colpisce centinaia di migliaia di cittadini.

Presenti all’incontro i deputati M5S Roberta Lombardi, Massimo Baroni e Matteo Mantero, Marco Baldini, l’autore ed interprete Fabrizio De Giovanni ed il regista Gilberto Colla.

«L’azzardo non è un gioco», urla da più parti la società civile. «L’azzardo è un cancro sociale», tuona Papa Bergoglio, il quale lo definisce «un flagello al pari del narcotraffico». Sia nelle grandi città sia in quelle di provincia assistiamo ad una drammatica proliferazione dell’offerta del gioco d’azzardo legale, sostenuta da un’obbrobriosa promozione pubblicitaria sempre più massiccia ed aggressiva.

A Milano non esiste quartiere in cui non campeggi dalla facciata di un edificio il faccione sorridente di qualche lotteria istantanea o sala slot (reale o virtuale). Perfino sulle bustine di zucchero nei bar a volte si trovano i numeri dell’ennesima lotteria.

Se è vero il fatto che sempre più associazioni e cittadini chiedono con determinazione alle Istituzioni di regolamentare il settore, mettendo dei limiti all’offerta del gioco, è altrettanto vero che spesso ci si dimentica di indagare la composizione delle Commissioni che vengono chiamate a definire le regole. Ex politici che hanno collaborato alla redazione del testo unico sui giochi saltano la palizzata e vengono ingaggiati dalle concessionarie; manager delle multinazionali del gioco d’azzardo vengono candidati al Parlamento ed assumono incarichi nella gestione politica del settore. Una vera e propria Babele del business ad ogni costo (ovviamente, sempre “sulla pelle degli altri”). E, notoriamente, il costo è elevatissimo: vite spezzate, famiglie distrutte, costi sociali spaventosi e quasi incalcolabili.

I più drastici sostengono che «con la fame di soldi e di sponsorizzazioni che c’è, i gestori del gioco presto entreranno anche dove oggi pare inimmaginabile. Arriveranno ad istituire fondi per le “buone cause” e ce li ritroveremo a bussare finanche alle scuole». Tuttavia, incrociando le dita, forse non si arriverà mai ad una tale ignominia. Di fronte alla totale latitanza di certe istituzioni, esistono molti cittadini, i quali, riuniti in libere organizzazioni - anche insieme al mondo della scuola - collaborano per costruire argini culturali a tale drammatico fenomeno. Lo spettacolo Gran Casinò - storie di chi gioca sulla pelle degli altri, dal canto suo, si offre come strumento di comunicazione emotiva - e nello stesso tempo razionale - per stimolare l’indignazione dello spettatore e creare consapevolezza.

E così si scopre come in un’Italia che ormai da molti anni è forte declino - sia economico sia sociale - il gioco d’azzardo è un settore che ha fatto registrare - e continua a registrare - un travolgente exploit. Il fatturato dell’azzardo legale è passato dai ventisei miliardi di Euro (cifra già spaventosa) del 2005 ai novantacinque miliardi di Euro del 2016. L’Italia riunisce meno dell’1% della popolazione mondiale, ma per quanto riguarda il gioco online rappresenta il ventitré per cento del mercato mondiale. Ciò significa che, in media, nel corso del 2016, ogni cittadino italiano - compresi i minorenni - si è giocato oltre millecinquecento Euro.

In molti nel gioco d’azzardo hanno creduto di intravedere una possibile soluzione alle loro difficoltà economiche e si sono buttati a capofitto nel mare - sarebbe meglio dire nelle “sabbie mobili” - delle scommesse. Lo Stato, dal canto suo, ha pensato bene di provare a risolvere i propri deficit di bilancio andando a pescare nelle torbide acque del gioco d’azzardo per aumentare le entrate fiscali. Gran Casinò - storie di chi gioca sulla pelle degli altri è uno spettacolo per dire con forza NO al gioco d’azzardo - anche a quello legale - e per contribuire consapevolezza su un ignominioso business gestito dalle lobby del gioco d’azzardo e dalle organizzazioni criminali. Affinché tale “cancro sociale” smetta di diffondersi nelle menti e nell’animo di milioni di cittadini.

Fabrizio De Giovanni, allievo di Dario Fo e Franca Rame, comincia a recitare in teatro nel 1991 in Parliamo di donne, per la regia di Dario Fo, e lavora al fianco dei due grandi maestri del teatro italiano per oltre vent’anni. Fra i numerosi spettacoli cui ha collaborato, particolarmente interessanti sono state, nel 2004, le riprese della trasmissione di Raidue Il teatro in Italia, con Dario Fo e Giorgio Albertazzi e, nel 2013/14, le riprese per Raiuno degli spettacoli Lu Santo Jullàre Francesco e Una Callas dimenticata, con Dario Fo e Paola Cortellesi.

Parallelamente, nel 1994, fonda Itineraria Teatro, con cui porta in scena oltre duemiladuecento repliche degli spettacoli prodotti dalla compagnia. Negli ultimi dieci/dodici anni recita in H2Oro (2006), che ha superato le quattrocento repliche in tutta Italia, Q. B. Quanto Basta (2008), Tre con una mano sola (2008), Identità di carta (2010), Sbankati (2012), Stupefatto (2012) e Gran Casinò - storie di chi gioca sulla pelle degli altri (2016), la più recente produzione di teatro civile sul tema del gioco d’azzardo patologico. Nel (poco) tempo libero che gli rimane si dedica alla cura della sua vigna in Emilia-Romagna - sui colli piacentini - ed alla gestione della residenza artistica “Casa Piantone”, che ospita Compagnie teatrali e singoli avventori in un piccolo podere dell’alta Val Tidone (PC).

La Compagnia Itineraria Teatro, fin dal 1994 produce e realizza solo ed esclusivamente spettacoli di Teatro Civile a livello nazionale, dando vita ogni anno a centotrenta/centoquaranta rappresentazioni in varie regioni d’Italia, in collaborazione con amministrazioni comunali, scuole, Università, ONG, Parrocchie ed Associazioni culturali. Gli spettacoli di Itineraria teatro portano in scena tematiche di urgenza sociale e civile con testi di denuncia strettamente ancorati all’attualità e continuamente aggiornati da un gruppo di lavoro formato da uno storico, un giornalista, un drammaturgo e, di volta in volta, esperti con differenti argomenti trattati.

I Presidenti della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano hanno voluto sottolinear il forte impegno civile e sociale di Itinerari Teatro premiando la Compagnia con due targhe d’argento e una medaglia. Nel 2016 ha ricevuto il premio Nazionale Franco Enriquez quale miglior compagnia: «Un encomio, ad una compagnia che ha il merito di analizzare e affrontare, nelle sue drammaturgie, le tematiche sociali in modo diretto e concreto, mettendo a nudo i lati oscuri della nostra società che coinvolgono tutti noi e le giovani generazioni». 

 

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Ultima modifica il Lunedì, 26/09/2022

Classe 1986, storico del cinema e giornalista pubblicista, appassionato di courtroom dramas, noir, gialli e western da oltre quindici anni, ha lavorato come battitore e segretario di produzione per un documentario su Pier Paolo Pasolini. Dopo un master in Editoria e Giornalismo, ha collaborato con il Saggiatore e con la Dino Audino Editore. Attualmente lavora come redattore freelance, promotore di eventi culturali e collaboratore alle vendite in occasione di presentazioni, incontri, dibattiti e fiere librarie.

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