Fai Cisl, Rota: Governo cancelli sugar tax per evitare impatto pesante su imprese e famiglie

Fai Cisl, Rota: Governo cancelli sugar tax per evitare impatto pesante su imprese e famiglie Foto Giovanni Currado © AGR
“Eravamo contrari alla Sugar Tax e oggi lo siamo ancora di più, oltre a non educare alla sana alimentazione, questa tassa si andrà a sommare al caro energia, alla carenza di anidride carbonica e ai rincari su materie prime e packaging, diventando una miscela esplosiva con ricadute pesanti su lavoro, imprese e famiglie”. Scrive così sulla pagina Facebook della Fai Cisl il Segretario Generale Onofrio Rota, commentando i dati di Assobibe, l’Associazione italiana industria bevande analcoliche, secondo la quale la tassa sullo zucchero eroderebbe oltre il 10% del fatturato che le imprese potrebbero usare per fronteggiare i rincari attuali.

“L’industria di trasformazione alimentare e bevande – dichiara il Segretario Generale Rota – è diventata la seconda manifattura del nostro Paese e, a parte alcune vertenze, il settore continua a resistere e crescere, specialmente con l’export. Però non vanno assolutamente sottovalutate le criticità indotte dal contesto attuale: il caso dello stabilimento San Pellegrino di Bergamo, dove solo attraverso un contratto di solidarietà si è riusciti ad evitare oltre 300 esuberi a causa della mancanza di anidride carbonica, è una spia – prosegue – che deve indurre la politica a governare bene e in tempi rapidi i nuovi assetti geopolitici e ad evitare scelte scellerate come la Sugar Tax, che anziché difendere la salute dei consumatori avrebbe un impatto pesante su oltre 350mila lavoratori, su 120mila imprese del comparto e sulle famiglie, già alle prese con l’inflazione e rincari. Non basta dunque – conclude il sindacalista – la proroga a gennaio 2023: ci auguriamo che il prossimo Governo cancelli definitivamente questa tassa, e intraprenda altre azioni concertate per sostenere veramente la dieta mediterranea e il cibo Made in Italy”.

Un punto di vista, quello di Rota, già espresso in precedenza lo scorso 1 settembre durante il suo intervento a Cibus al 20esimo salone internazionale dell’alimentazione, al convegno "La filiera delle bevande analcoliche: rischi e opportunità", organizzato da Assobibe in collaborazione con Confagricoltura: "come Fai Cisl abbiamo da sempre avanzato forti dubbi sul senso di una imposta sul gusto dolce: primo, perché colpisce la grande maggioranza delle imprese del comparto delle bevande, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e, secondo, in quanto perfettamente inutile rispetto agli obiettivi di salute pubblica che pretende realizzare. Sembra ambiguo infatti pensare che una tassa, determinando un aumento dei costi dei prodotti, possa essere educativa nei confronti dei consumatori. In altri Paesi ha già dimostrato di non funzionare".

C’è bisogno di “avviare, già nelle scuole, percorsi di educazione a una corretta alimentazione, ed eventualmente per prevedere bonus fiscali premiali capaci di agevolare l’innovazione verso linee di prodotti più salubri e verso un minore impatto ambientale delle produzioni. L’educazione alimentare, il sostegno alla dieta mediterranea e a consumi alimentari più consapevoli, la lotta al cosiddetto 'junk food', non si realizzano con nuovi balzelli che danneggiano lavoratori e imprese. Oggi il momento storico ci impone di valorizzare l’agroalimentare come driver della ripartenza, non certo come comparto per fare cassa. Penalizzando i prodotti, e non i comportamenti, questa tassa somiglia tanto al principio ambiguo del Nutriscore: non educa e non favorisce un approccio scientifico nè educativo".

"È fondamentale - ha concluso il sindacalista - che il governo si confronti con le parti sociali e ripensi la scelta fatta su questa tassazione, così come sulla plastic tax. Queste imposte rischiano di gravare inoltre solo sulle produzioni realizzate sul territorio italiano a vantaggio dei prodotti importati da altri Paesi”.

Tutti hanno condiviso l’appello della Fai Cisl a rivolgersi in maniera corale alla politica per scongiurare l'introduzione della sugar tax.