Il settore agroalimentare verso la sostenibilità e l’innovazione

Il settore agroalimentare verso la sostenibilità e l’innovazione Foto Mark Stebnicki
La sfida della sostenibilità e dell’innovazione per il mondo agroalimentare offre l’opportunità di un riconoscimento di un ruolo che fino ad ora è sempre stato svolto dall’agricoltura.

Sostenibilità ed innovazione sono due caratteristiche fondamentali che devono andare di pari passo, perché l’innovazione oggi, in chiave alimentare, è anche e soprattutto culturale: significa conoscere a fondo, informarsi correttamente anche sul significato profondo della parola sostenibilità – elemento chiave dell’idea di business nei prossimi 15 anni –, che passa anche attraverso la lotta allo spreco alimentare.
 
Ora, in una fase di ripartenza e cambiamento, anche grazie alle misure e alle risorse del Pnrr, sarà possibile per il settore compiere un salto di qualità decisivo ed ottenere un inquadramento organico, non affidandolo più solo all’iniziativa pionieristica di alcuni imprenditori.
 
“L’agricoltura è un fattore della sostenibilità e per questo è considerata una “risorsa strategica” dal Pnrr – ha dichiarato il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – che proprio in questa ottica stanzia risorse per l’economia circolare e agricoltura sostenibile, con investimenti che vanno dalla logistica alle energie rinnovabili”.
 
Grazie all’introduzione del principio di condizionalità ambientale da parte della Politica agricola Ue, il ruolo green degli agricoltori è stato riconosciuto in Europa. Un principio in base al quale l’erogazione degli aiuti comunitari ha cominciato ad essere subordinata al rispetto di buone pratiche ambientali di coltivazione –corretta gestione agronomica dei terreni, salvaguardia dell’ambiente, salute pubblica, salute degli animali ed il loro benessere – al fine di incrementare la sostenibilità ambientale delle attività agricole e di soddisfare le aspettative e gli interessi dei consumatori.
 
“Abbiamo ora di fronte una grande sfida – ha affermato il Presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – che è quella di continuare a ridurre il ricorso alla chimica e abbassare la pressione sulle risorse naturali, il tutto senza contraccolpi sui livelli di produzione. La sfida – prosegue il Presidente – è quindi quella di far coesistere sostenibilità ambientale ed economica. Un obiettivo ambizioso che le imprese agricole possono realizzare solo grazie all’innovazione tecnologica, dall’agricoltura di precisione fino alle nuove tecniche genomiche”.
 
Sono tre, infatti, i pilastri su cui si basa la sostenibilità – ambientale, sociale ed economica – con l’obiettivo comune di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza andare ad intaccare la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
 
“L’agricoltura è protagonista del Pnrr – ha sottolineato Dino Scanavino, Presidente di Cia-Agricoltori Italiani – non solo con importanti misure d’investimento (risorse per circa 5 miliardi di euro), ma anche in un’ottica di trasversalità rispetto alle varie missioni e componenti del Piano. Del resto il settore è da anni pioniere della sostenibilità ambientale da quando nei primi anni 90 la politica agricola Ue mise al centro dei suoi obiettivi lo sviluppo rurale e la condizionalità ambientale. Sono ora necessari – afferma Scanavino – dettagli sull’implementazione del Pnrr e sulle riforme da affiancare agli investimenti. Da quella fiscale a misure come la revisione della governance dei Consorzi di bonifica”.
 
E poi c’è l’ampio tema della produzione energetica da fonti rinnovabili. “Altro punto chiave – ha aggiunto Giansanti – riguarda il contributo attivo che l’agricoltura può dare alla transizione ecologica e alla riduzione delle emissioni nocive in linea con gli obiettivi Ue. Siamo favorevoli – dichiara il Presidente di Confagricoltura – a un sistema di certificati verdi legati al trattenimento al suolo del carbonio, funzione assicurata da alcune attività agricole e di forestazione”.
 
“Nel Recovery Plan – ha concluso Ettore Prandini – vengono poi previsti sostegni per tutelare il patrimonio idrico con il Piano invasi proposto dalla Coldiretti per risparmiare acqua, diffondere irrigazione, produrre energia e contrastare il dissesto idrogeologico”.
 
Sono anni che se ne parla, forse è arrivato il momento che questi investimenti strategici siano vicini a diventare realtà.