Il viaggio dell’inchiostro dei tatuaggi ai linfonodi

Ma spesso ignora quanto tutto questo lo danneggi: i tattoo infatti non restano inerti in un angolino della pelle, ma gli elementi che compongono l’inchiostro si staccano e viaggiano all’interno del corpo, in forma di micro e nanoparticelle, fino ai linfonodi.
Ad effettuare la ricerca un gruppo di scienziati tedeschi e francesi in uno studio pubblicato su Scientific Reports, che getta un’ombra su possibili rischi non ancora indagati, quindi non solo il rispetto di norme igieniche come l’utilizzo di aghi sterili monouso, ma anche un controllo più approfondito della composizione chimica dei colori.
Poco si sa infatti sulle potenziali impurità delle miscele di colore degli inchiostri da tatuaggio. Essi contengono pigmenti organici ma anche conservanti e contaminanti come nichel, cromo, manganese o cobalto. Oltre al nero ‘carbon black’, il secondo ingrediente più comune utilizzato negli inchiostri per tattoo è infatti il biossido di titanio (TiO2), un pigmento bianco molto utile per sfumare determinate tonalità.
Attraverso delle tecniche avanzate che sfruttano i raggi X, è stato osservato che pigmenti da tatuaggi ed elementi tossici viaggiano fino ai linfonodi che, come risposta, si colorano conil colore del tatuaggio. Quello che non si sapeva è che migrano in una forma “nano”, che si deposita nei linfonodi e non viene smaltita.
Al momento non sappiamo quali conseguenze possono avere le nanoparticelle sia sulla pelle che sul sistema linfatico, l'effetto sull'organismo di queste tracce infinitesimali è infatti ancora sconosciuto, ma il fenomeno potrebbe portare all’allargamento cronico del linfonodo e dunque rappresentare un potenziale problema per la salute.
Ultimi da Alessandra Natola
- Pesto alla genovese di Luciano del Castillo
- Fashion & Talents, la moda torna protagonista a Piazza di Spagna
- Twenty, venti anni di guerra e pace nelle cronache di un giornalista italiano
- Salvamamme con le Fiamme Oro Rugby della Polizia di Stato
- Arezzo, mostra fotografica su Manfredi con le immagini di Carlo Riccardi