Pac, l’appello dei sindacati a europarlamentari: “approvate la riforma”

Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza M. Riccardi © AGR
In vista del voto finale da parte del Parlamento europeo, previsto il prossimo 23 novembre, sull’accordo politico raggiunto nello scorso mese di giugno dal “Trilogo” sulla riforma della PAC, contenente la clausola sulla “condizionalità sociale”, i segretari generali di Fai Cisl, Onofrio Rota, Flai Cgil, Giovanni Mininni e Uila Uil, Stefano Mantegazza, hanno scritto a tutti i componenti italiani del parlamento europeo, invitandoli a confermare, con il loro voto favorevole, l’approvazione definitiva della Riforma.

“L’introduzione del principio della condizionalità sociale, per il quale le aziende che non rispettano i contratti e la legislazione in materia di condizioni di lavoro non debbano ricevere aiuti pubblici – scrivono i tre Segretari Generali – ci sembra un grande passo avanti nella costruzione di una PAC più sociale e sostenibile ma anche di un’Europa più attenta ai temi del lavoro”.

Per questo, concludono i tre sindacati nella lettera, “vi chiediamo di confermare, con il vostro voto favorevole, la nostra visione sul futuro dell’agricoltura europea e di sostenere, per quanto nelle vostre competenze e possibilità d’azione, gli sforzi che Fai-Flai-Uila stanno mettendo in campo per poter attuare al meglio, sin dal gennaio 2023, la condizionalità sociale della Pac nel nostro Paese”, già approvata dal Parlamento europeo il 21 ottobre 2020, che subordina la concessione degli aiuti alle aziende agricole al rispetto delle condizioni di lavoro previste dai contratti e dalla legislazione nazionale, europea e internazionale.

Il lavoro agricolo è tra i più duri e precari e con livelli salariali più bassi in tutti i paesi europei. Un settore dove sono molto frequenti e diffusi fenomeni quali il lavoro sommerso, la violazione dei diritti e lo sfruttamento delle persone. “È inaccettabile vedere che il rispetto dei diritti umani e del lavoro non abbia alcun peso nell’assegnazione degli aiuti diretti della Pac alle aziende” spiega l’Effat, il sindacato europeo dei lavoratori agroalimentari.

“Siamo convinti – dichiara il sindacato europeo – che la condizionalità sociale collegata all’erogazione di queste risorse pubbliche europee, contribuirebbe a migliorare le condizioni di vita e di lavoro di milioni di lavoratori agricoli. Senza il rispetto delle norme sul lavoro, la Pac non sarà mai veramente sostenibile”.