Riscaldamento: firmato il decreto per la stretta

Infatti, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato nella giornata di giovedì 6 ottobre, il decreto che taglia i consumi del riscaldamento e recepisce le misure messe in campo nel piano di riduzione dei consumi di gas naturale, presentato dal governo poco più di un mese fa: un’ora in meno di caldo ogni giorno; temperature più basse di un grado nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro, e termosifoni che rimarranno accesi per quindici giorni in meno rispetto all’inverno scorso.
L’austerity non si applica ad asili nido e scuole materne; ospedali; case di cura e ricovero per anziani o minori; cliniche; piscine e saune e alcune industrie già autorizzate, oltre agli edifici che hanno già impianti rinnovabili.
Nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale che consentirebbero di far risparmiare all’Italia, secondo la stima dell’Enea, 2,7 miliardi di metri cubi di gas. Le regole su accensione, spegnimento e temperature sono previste dal Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale.
Il periodo di funzionamento si accorcia di 15 giorni con il posticipo di 8 giorni delle accensioni degli impianti e l’anticipo di 7 dello spegnimento. Il calendario è legato alle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia per le quali sono previsti orari e durate diverse dell’accensione dei riscaldamenti. Si parte il 22 ottobre, anziché il 15, con la zona E che include Milano, Torino e Bologna. Gli ultimi ad accendere i riscaldamenti l’8 dicembre saranno i residenti delle zone A e B, cioè le aree costiere del Sud e delle Isole. Nella zona D, che comprende Roma e Firenze, i termosifoni si accenderanno solo l’8 novembre. Ma gli impianti dovranno essere accesi un’ora in meno al giorno, sempre in base alla zona di appartenenza.
Scenderà di un grado anche la temperatura massima. Non oltre i 17 gradi (e un margine di tolleranza di 2 gradi) il termometro negli edifici per attività industriali e artigianali. Mentre scende a 19 gradi la temperatura massima consentita in tutti gli altri edifici (e un margine di tolleranza di 2 gradi).
Sono previste delle eccezioni: in “situazioni climatiche particolarmente severe”, le autorità locali potranno autorizzare le accensioni dei riscaldamenti anche in orari diversi.
Per quanto riguarda il caro-bollette, che sta colpendo famiglie ed imprese, continua il pressing dell’Anci che chiede al prossimo governo un miliardo di euro per non mandare in default i bilanci amministrativi: 200 milioni da inserire nel decreto aiuti quater e 800 in legge di bilancio che potranno valere per il 2023.
Intanto, Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni, rassicura sulle scorte: il gas è sufficiente, salvo ci fossero incidenti tecnici, come ad esempio un guasto o una rottura a un impianto, che riguardano i Paesi fornitori o un freddo molto rigido. “Il gas russo – dichiara Descalzi – sostanzialmente è stato sostituito da quello che sta comunque continuando a fluire si attesta a 10-15 milioni di metri cubi al giorno, ed è costante. In più abbiamo gli stoccaggi pieni: queste condizioni possono darci tranquillità per l’inverno. Detto ciò – conclude – i rigassificatori restano assolutamente necessari all’Italia”.
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