Una albero di ulivo da Gerusalemme per Michele Di Veroli martire delle Fosse Ardeatine

Figlio di Attilio Di Veroli e Costanza Funaro, Michele era nato a Roma il 6 febbraio 1926. Durante la retata al Ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, riuscì a trovare rifugio insieme alla sua famiglia in un convento. Per diverso tempo la famiglia Di Veroli condusse una vita clandestina, riuscendo a sopravvivere grazie al lavoro del padre come venditore ambulante. Il 18 marzo 1944 Michele e Attilio, qualche giorno prima dell’attentato di via Rasella, vennero arrestati e condotti a Regina Coeli. Il 24 marzo vennero portati alle Fosse Ardeatine, dove padre e figlio furono uccisi. Michele aveva solo 15 anni.
L’eccidio fu compiuto dagli uomini dell’Aussenkommando Roma del RSHA, agli ordini di Herbert Kappler, come ritorsione per l’uccisione di 33 tedeschi avvenuta nel corso dell’attentato antinazista messo in atto in via Rasella, il 23 marzo 1944, dai GAP (Gruppo di Azione Patriottica) contro una compagnia del Reggimento Bozen dell’esercito tedesco. Le 335 vittime furono prese fra i detenuti nel IV braccio del Carcere di Regina Coeli e nelle celle del comando Sipo-SD di via Tasso. A questi furono aggiunti tutti gli ebrei che nel III Braccio di Regina Coeli erano in attesa di essere trasferiti nel campo di Fossoli e poi deportati. Gli ebrei uccisi alle Fosse Ardeatine furono 76.
La decisione del sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei, incoraggiato come sempre dalle proposte di Livio Spinelli, è venuta a rafforzare, con questa nuova cerimonia dell'albero di ulivo dedicato al ragazzo Michele, l’impegno di preservare il valore della memoria. E ora l'albero è lì a ricordare ai cittadini e non solo la giovane vittima della barbarie tedesca che era solito passare le sue estati con la famiglia proprio a Santa Marinella.
Alla cerimonia hanno preso parte oltre al sindaco Tidei, Giordana Moscati e Massimo Finzi, rispettivamente Assessore alla Cultura e Assessore alla Memoria di Santa Marinella, in rappresentanza della Comunità Ebraica di Roma, l'ingegner Daniel Hayon, Vice presidente della KKL, e Valeria Milano per il KKL Italia, il professor Pino Pelloni della Fondazione Levi Pelloni, Ada Di Veroli e suo marito Giacomo Di Consiglio, i nipoti di Michele Di Veroli: Roberta Di Veroli, Olimpia Mieli, Marco e Albert Piattelli e Victor Debach.
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