Vinitaly, Rota: Bisogna applicare contratti e aumentare reddito, tutele, sicurezza

Vinitaly, Rota: Bisogna applicare contratti e aumentare reddito, tutele, sicurezza
“Oggi molti lavoratori considerano il lavoro agricolo ancora come transitorio verso altri settori più remunerativi, come ha dimostrato il recente bonus in edilizia – ha detto Onofrio Rota, Segretario generale Fai Cisl, a Vinitaly durante il convegno “I mercati del vino italiano e le nuove competenze”, organizzato da ForAgri con la partecipazione di imprenditori, ricercatori e istituzioni – spostando parecchia manodopera dall’agricoltura al comparto edile, che ha avuto un periodo di maggiore continuità e migliori redditi: ma la sfida è rendere il lavoro agroalimentare sempre più attrattivo e qualificato, investendo su formazione, politiche attive e mercato del lavoro più efficiente”.

Proprio per questo, sostiene che, con l’applicazione dei nuovi contratti, c’è bisogno di più reddito, tutele e sicurezze che devono essere alla base affinché il lavoro in agricoltura diventi stabile, attraente e non una sorta di tappabuchi.

“Ad oggi – ha aggiunto Rota, commentando le recenti parole del ministro Lollobrigida riguardanti il fatto che per lui “è meglio lavorare nei campi che stare sul divano con il reddito di cittadinanza” – abbiamo troppe polemiche inutili e pochi fatti: Governo, imprese e sindacati devono superare questa antitesi tra lavoro e sostegni al reddito, e per farlo bisogna rafforzare il lavoro con la piena applicazione dei contratti, sia nazionale che provinciali, e più reddito, tutele e sicurezza, mentre i sostegni sono fondamentali ma vanno riservati a chi è realmente impossibilitato ad accedere al mercato del lavoro”.

“Il ministro Lollobrigida – ha spiegato il sindacalista – ha ragione quando dice che lavorare in agricoltura non è svilente, infatti come sindacato siamo i primi a promuovere una narrazione diversa del lavoro nei campi. Però sfruttamento, lavoro nero e baraccopoli sono una realtà innegabile: torniamo a chiedere di valorizzare gli enti bilaterali territoriali per favorire un incrocio tra domanda e offerta di lavoro più efficace e controllato, sul modello di quanto sperimentato positivamente proprio qui a Verona”.

“In pochi anni – ha concluso Rota – siamo passati dallo scandalo del metanolo al top nei mercati globali: il settore vitivinicolo italiano è un esempio raro di riscatto, di capacità di fare sistema, conquistare i consumatori, valorizzare le specificità del territorio, ma soprattutto di qualificazione dei lavoratori che sono i veri protagonisti di questa crescita”.

La presenza della Fai-Cisl ha accompagnato l'esordio di Terra Viva, l’associazione della Cisl che riunisce oltre 31 mila liberi produttori agricoli, nel più importante salone internazionale del vino con un proprio stand che ha esposto oltre 50 vini di 25 produttori e alcuni pregiati oli extravergine d'oliva, in presenza di numerosi visitatori, buyer e rappresentanti delle istituzioni.

Sempre a Verona la Fai Cisl ha sia riunito il 3 aprile l'Esecutivo nazionale, che ha approvato il bilancio consuntivo 2022, sia ha realizzato il 4 aprile, insieme a Terra Viva, il convegno "Dal vigneto al calice", momento di riflessione e confronto tra esperti del settore su strategie, performance e scenari evolutivi della filiera vitivinicola.

Durante l’incontro è emerso che, con 31,3 miliardi di euro di fatturato, quasi 8 miliardi di export, 530mila aziende e 870 mila addetti, il settore vitivinicolo italiano è un asset strategico dell’economia che ha in Vinitaly la sua principale piattaforma di promozione internazionale. Nel 2022 la GDO ha subìto una flessione a causa dell’aumento dei prezzi che ha ridotto la capacità di acquisto dei consumatori italiani, anche se un dato positivo per l’Horeca è stato il ritorno dei turisti stranieri che sono raddoppiati passando dai 21 milioni del 2021 ai 42 milioni del 2022.